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Muro Lucano, (patria di San Gerardo) è un comune di 5.779 abitanti della provincia di Potenza. Il paese è situato fra 600 e 660 m s.l.m. e si distende a gradinata su uno scosceso pendio affacciato su una gola.

Nella valle sottostante sorgeva il nucleo originario chiamato Numistro. Nei pressi di Numistro è documentato che Annibale combatte' contro il Console Marco Claudio Marcello nel 210 a.C., durante la Seconda Guerra Punica.

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 Il Castello di Muro Lucano con la coeva cattedrale puo' essere considerata l'Acropoli della Cittadina e ne caratterizza il paesaggio. Il complesso Castello-Cattedrale sono di origini alto-Medioevali (verosimilmente IX secolo) . Il primo nucleo del Castello è la torre posta alla sinistra dell'attuale ingresso e potrebbe essere stata edificata dai Longobardi ( Longobardia Minor). Il Castello si è poi espanso seguendo l'andamento della puntuta collina con una seconda parte edificata per opera degli Angioini. Nel 1382 si consumò, nel Castello di Muro, l'omicidio di Giovanna I d'Angiò, Regina del Regno di Napoli, per ordine di Carlo di Durazzo. Dopo l'epoca angioina il Castello vide una lunga infeudazione ad opera degli Orsini fino alla fine del Feudalesimo (1806).

 

Cose da vedere:

  • il Castello, di origine anteriore ai Normanni, ampiamente danneggiato e ristrutturato in varie epoche, come nel sec. XVII: un torrione e alcuni tratti di cortina testimoniano ancora la sua struttura di fortezza medievale. In esso nel 1382 fu uccisa la regina Giovanna I

  • il Pianello, il quartiere più antico, con la suggestiva illuminazione policroma, da cui parte  un ponte del 1918, tra i primi in cemento armato nel Meridione, che collega al centro urbano la frazione di Capodigiano.

  • il ponte medievale, erroneamente noto come “Ponte di Annibale”, in fondo alle ripe, quale collegamento con i mulini ad acqua e con la frazione di Capodigiano (toponimo derivante da un personale latino Capitinius oppure della corruzione di capri e il suffisso –ano, nel significato “di terra di capri”).

  • il Museo Archeologico Nazionale della Lucania nord-occidentale, che in più sezioni in base alle varie epoche dall’età arcaica al periodo romano imperiale e tardoantico, con particolare riferimento alla ricostruzione di ville romane.

  • le ripe, un pauroso burrone aperto tra ripide pareti calcaree, nel cui fondo scorre il torrente Rescio, emissario del lago artificiale.

  • il lago artificiale a fini idroelettrici e irrigui, con costruzione della diga a partire dal 1914, tra i primi nell’Italia meridionale: è un esempio di ingegneria idraulica molto avanzata per l’epoca anche in riferimento alla centrale idroelettrica alimentata fino al 1970, quando è stata dimessa, ma da ripristinare con interventi sul bacino e sulla stessa diga.

  • Casa natale di San Gerardo, che nacque a Muro Lucano.

  • Bottega di sartoria, dove Gerardo, da giovane, lavorò come apprendista sarto.

  • Itinerario geraradino (illuminato di sera): è il percorso che Gerardo, sempre da bambino, percorreva per recarsi dal Pianello a Capodigiano lungo le pendici delle Ripe, attraversando la zona dei mulini e oltrepassando il ponte medievale sul torrente Rescio.

 

Come arrivare a Muro Lucano da Napoli

Consigliamo il noleggio di auto con conducente (per gruppi di 4-6 persone) che consente un’escursione privata e senza vincoli per il rispetto di una tabella di marcia. Per tale soluzione, spesso vi sono tariffe promozionali molto vantaggiose (consultare il sito: www.escursionicampania.com)

 

Cenno storico sulla Regina Giovanna

 Una notte tra il 22 e il 27 luglio 1382 quattro sicari, su mandato di Carlo III, strangolano la regina Giovanna, già prigioniera dal marzo nel castello di Muro Lucano.

All’età di 59 anni e dopo 52 anni da regina, di cui 39 lunghi anni di personale governo del regno di Napoli, muore nella più assoluta solitudine, lontana dalla sua città e dalla sua corte in un luogo, dove, forse, non poche volte si era recata d’estate per la bellezza del paesaggio e la salubrità dell’aria.

Una donna, Giovanna d’Angiò, che sotto le vesti di regina, di cui ha pur saputo interpretare con saggezza e determinazione il ruolo tra invidie e gelosie, amarezze e matrimoni, intrighi e guerre in un periodo di intensa crisi anche del Papato, aveva un animo meridionale con tutto il suo calore dei sentimenti e delle passioni, con tutta la sua intelligenza e la sua sapienza di vita, con tutto il suo senso di convivialità e di allegria.

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