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Ravello, affascinante terrazza sulla costiera amalfitana, è situata su una ripida rupe dei monti Lattari (all'altitudine di 350 m s.l.m.) e offre panorami di ineguagliabile bellezza, sovrastando Maiori e Minori 

Copia di cimbrone terrazza
Copia di cimbrone percorso
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Copia di annunziata da villa rufolo
Copia di giardini villa rufolo
Copia di villa rufolo giardini
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Per poter apprezzare l'incantevole Ravello, si consiglia un tempo di visita compreso tra 2 e 3 ore

 

Cose da vedere:

  • Il Duomo, in stile gotico domina la piazza ed è al centro di Ravello. Un vero e proprio “museo” ricco di tesori, caratteristico per il suo portale in bronzo realizzato a Costantinopoli nel 1170. Luogo suggestivo e maestoso, all'interno del quale si staglia un magnifico pulpito che da solo vale la visita.

       Tempo per la visita: 20 minuti

  • Giardini di Villa Cimbrone, magnifici e adornati di rare specie di piante, statue e fontane. I vialetti del giardino conducono al Belvedere, che culmina nella “Terrazza Verso l’Infinito” da dove poter ammirare la vista più spettacolare sulla Costiera Amalfitana.

     Partendo dalla piazza principale, si arriva in circa 20 minuti, percorrendo un vicolo misto con

     scalini.

    Ticket ingresso: 7 euro, tempo medio per la visita: 45 minuti;  

     per orari, info e aggiornamenti: https://www.hotelvillacimbrone.com/villa-cimbrone/

      Tempo totale per la visita, compreso il percorso a piedi per arrivarci: 90 minuti circa.

  • Giardino di Villa Rufolo incantò il compositore tedesco Richard Wagner che la visitò nel 1880 e lo ispirò nell’ideazione del “magico giardino incantato di Klingsor” presente nel II atto dell’opera Parsifal. Per celebrarlo, ogni anno il giardino inferiore di Villa Rufolo ospita i Concerti Wagneriani e il Festival di Ravello.  Villa Rufolo fu edificata in Piazza Duomo nel 1200 dalla famiglia Rufolo, la più importante e potente famiglia di Ravello.

     Ticket ingresso: 6 euro, tempo medio per la visita: 30 minuti;

       per orari, info e aggiornamenti: www.villarufolo.com

  • Auditorium Oscar Niemeyer che ospita famoso Ravello Festival,  imperdibile per gli appassionati di musica classica.

      Tempo per la visita: 20 minuti

  • La Chiesa di Sant’Angelo dell’Ospedale, a pochi passi dal Duomo. La Chiesa ha una particolare struttura, ricavata all'interno della roccia. È poco conosciuta ma vale la pena visitarla se volete scoprire i piccoli gioielli architettonici della Costiera.

       Tempo per la visita: 20 minuti

  • La Chiesa dell’Annunziata è diventata il simbolo di Ravello, con le sue due cupole caratteristiche riportate in molte immagini della città. Essa risale al 1200 ed è dotata di un grande fascino architettonico e stilistico. L' edificio sacro è preceduto da un portico d'ingresso che ha l'aspetto di una galleria, ricavata tra la roccia.

      Tempo per la visita: 20 minuti

Come arrivare a Ravello da Napoli

Il sistema più economico è un bus di linea (costo circa 6 euro a persona a tratta) che parte alle ore 9,00 da Napoli (varco Immacolatella) ed arriva a Minori in circa 2 ore. Da qui si può andare a Ravello a piedi, percorrendo oltre 2 Km in salita, o prendendo un taxi che costa circa 15 euro. Per il ritorno, prendere il taxi verso Minori, da qui il bus parte 15,15 e arriva a Napoli in circa 2ore e ½, con cambio a Vietri sul mare. Come si può vedere dagli orari, per i lunghi tempi del viaggio, rimane poco tempo per visitare Ravello.

 

Seconda soluzione è noleggiare un’auto e andarci ascoltando i suggerimenti del navigatore, per le strade da percorrere.

 

Terza soluzione è partecipare alle gite organizzate su bus (circa 60-70 persone) che, durando 8-9 ore, permettono di vedere Ravello, Positano e Amalfi (costo circa 75-90 euro a persona). Questa soluzione, nelle 8 ore totali previste, permette soste troppo  brevi nelle tre mete fantastiche.

 

Quarta soluzione, (di gran lunga consigliabile) è il noleggio di auto con conducente (per gruppi di 4-6 persone) che consente un’escursione privata (per Ravello, Amalfi e Positano) e senza vincoli per il rispetto di una tabella di marcia. Per tale soluzione, spesso vi sono tariffe promozionali molto vantaggiose (consultare il sito: www.escursionicampania.com)

Storia

La cultura ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella storia di questo piccolo comune, che è stato un importante punto di ritrovo di importanti personaggi e di intellettuali, tra cui anche il compositore Wagner.

Ravello fu fondata nel V secolo come luogo di rifugio dalle scorrerie dei barbari che segnarono la caduta dell'Impero romano d'Occidente ma, secondo la leggenda, vi immigrarono alcuni patrizi amalfitani in seguito ad uno scontro tra più fazioni della classe alta amalfitana, che sfociò quasi in una guerra civile.

La tradizione racconta che Ravello, come tutti gli altri centri della Costiera Amalfitana, risale all’arrivo di un gruppo di nobili romani, giunti qui in seguito al naufragio della propria nave lungo le coste della Dalmazia, avvenuto mentre si recavano a Costantinopoli. Le tracce archeologiche, anche se molto limitate, fanno pensare ad una frequentazione già in epoca classica con qualche villa, come se ne contano sulla costa.

La storia di Ravello acquista maggiore consistenza documentaria a partire dalla creazione della Repubblica marinara di Amalfi il 1º settembre 839, quando tutto il territorio intorno al centro costiero si riunì in Ducato.

La cittadina crebbe in popolazione, prosperando con l'arte della lana e con il commercio verso il Mediterraneo e Bisanzio, e raggiunse il suo massimo splendore dal IX secolo, sotto la Repubblica marinara di Amalfi ed il Principato di Salerno.

La situazione mutò quando iniziò la semindipendenza del Ducato di Amalfi dal Regno Normanno (1073-1131), durante la quale si assistette ad un continuo sostegno da parte dei Normanni alle famiglie ravellesi più influenti per un controllo maggiore sulla nobiltà amalfitana.

Proprio in questo periodo, oltre all’arrivo di uno stratigoto autonomo per la città di Ravello, per volere del normanno Ruggero, figlio di Roberto il Guiscardo, Ravello divenne sede vescovile nel 1086, direttamente dipendente dalla Santa Sede, per contrastare la potente Amalfi.

Al volgere del XII secolo la città giunse a contare una popolazione di oltre 25.000 abitanti ma, durante il periodo normanno, ci furono due episodi che interessarono l’intero Ducato e che rappresentarono un momento di crisi: nel 1135 i Pisani attaccarono il territorio e furono bloccati dalla poderosa costruzione difensiva di Fratte sul Monte Brusara e dall'arrivo dell'aiuto militare di Ruggiero; nel 1137 invece, entrati nella città come alleati, la misero di notte a ferro e fuoco con tradimento.

L'epoca Sveva (1194-1266) vide l'appoggio delle maggiori famiglie locali (i Rogadeo, i Frezza, i Bove ed i Rufolo) a Federico II, ricevendone in cambio incarichi prestigiosi presso la corte. L'epoca Angioina (1266-1398, anno di infeudazione del Ducato amalfitano) registrò la crisi più dura per l’intero territorio: la guerra del Vespro, che scoppiata nel 1282 durò 20 anni, influenzò negativamente l'economia del Ducato, basata soprattutto sui commerci marittimi.

Da questo momento in poi cominciò il suo declino economico e demografico: alcune famiglie locali trasferirono i loro interessi commerciali verso la Puglia e, soprattutto durante la prima parte del periodo dell'infeudazione, la città fu funestata da lotte interne e più tardi anche con la vicina Scala.

A partire dal XIV secolo molte delle famiglie più importanti si trasferirono definitivamente a Napoli e dintorni, dove continuarono ad esercitare i commerci e gli incarichi presso la corte aragonese, anche se nel 1400 i patrizi ravellesi erano ancora molto attivi. Esempio ne erano i Rufolo, banchieri del Regno di Napoli, all'epoca potentissimi (vedi Ladislao di Durazzo, Re di Napoli).

Il feudo amalfitano passò dalle mani dei Sanseverino fino a quelle dei Piccolomini di Siena nel 1583 ma non tutti lasciarono la natia Ravello. Nel 1583, infatti, anche numerosi nobili Ravellesi parteciparono all'azione di riscatto del territorio amalfitano dal dominio feudale, pagando all'ultima discendente Maria d'Avalos, vedova di Giovanni Piccolomini, che mise in vendita il Ducato, i 216 ducati aurei: la popolazione della Costa acquistò il possesso facendo divenire questa parte del territorio demanio reale.

Gli storici locali tacciono sui periodi posteriori al riscatto del territorio da parte degli abitanti, quasi che si fosse esaurito il ruolo dell'area nelle vicende storiche, ma anche se si assistette ad un periodo di crisi, determinata dall'allontanamento di molte famiglie da questi luoghi, essi continuarono a vivere e a partecipare alla storia dei secoli successivi.

Il decennio francese, per esempio, produsse anche a Ravello ricadute positive e ricadute negative. Negative, come la riduzione dei siti religiosi e la soppressione di alcuni cenacoli monastici più antichi e attivi del territorio; positive, come l'avvio di opere pubbliche che, tuttavia, non progredivano per mancanza di fondi pubblici; le avrebbero poi completate, dopo il congresso di Vienna, le autorità monarchiche dei Borbone, che godevano di ricchissime finanze, ed anche le autorità municipali con il finanziamento dei nobili locali, rientrati dall'esilio. Dal municipio furono ristrutturate le rovine della fontana pubblica, con l'acquedotto dell'Acqua Sambucana; dai Francesi furono fatti lavori all'alveo del fiume Dragone per diminuirne l'impetuosità e proteggere dunque la sottostante Atrani dalle piene; dai Borbone fu costruita la strada costiera da Vietri verso Amalfi, che aprì al territorio un nuovo momento di fortuna, permettendo che venisse scoperto così dai viaggiatori europei.

Le vicende che accompagnarono l'unificazione dell'Italia videro anche il territorio di Ravello, anche se marginalmente, interessato dal fenomeno del brigantaggio. Si registrò la presenza di qualche oppositore al potere politico, soprattutto sulle montagne al confine con Scala. Tuttavia, riscoperta da intellettuali e artisti, Ravello riacquistò la sua importanza come luogo turistico culturalmente elitario, dedicato all'ozio creativo. Oltre i vari nobili locali, la vita di Ravello vide lo stabilirsi di nobili stranieri, come il filantropo sir Francis Neville Reid dalla Scozia, e la visita di Richard Wagner che a Ravello compose il Parsifal.

Sul finire della seconda guerra mondiale, Ravello divenne addirittura la corte di re Vittorio Emanuele III, arrivato da Brindisi. Egli risiedeva in Villa Episcopio, ospite del Principe di Sangro, e girava abitualmente nel paese senza scorta con Benedetto Croce. Avvenne in questo luogo la firma del passaggio di luogotenenza da Vittorio Emanuele III al figlio Umberto il 12 aprile del 1944, poi notificata a Napoli, ed il giuramento del Governo provvisorio, con sede a Salerno, che traghettò l'Italia verso la repubblica.

Dall'inizio del periodo repubblicano infine, Ravello è sede del Festival della musica classica, inaugurato inizialmente per onorare la presenza del Re, e si è sviluppata come uno dei maggiori attrattori turistici della zona.

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