
La Gaiola è uno dei paesaggi più suggestivi del golfo di Napoli.
I costoni rocciosi e le alte falesie di Tufo Giallo Napoletano, rimodellate dal mare e dal vento, ammantate dai colori della macchia mediterranea, regalano ancora oggi scorci di rara bellezza che da sempre hanno incantato i popoli che qui si sono succeduti.
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Istituita con Decreto Interministeriale del 7/8/2002, l’Area Marina Protetta “Parco Sommerso di Gaiola” prende il nome dai due isolotti che sorgono a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo, nel settore nord occidentale del Golfo di Napoli. Con una superficie di appena 41,6 ettari, si estende dal pittoresco Borgo di Marechiaro alla suggestiva Baia di Trentaremi racchiudendo verso il largo parte del grande banco roccioso della Cavallara.
Cose da fare e da vedere:
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D’estate si può andare nella piccola spiaggia, dove gli accessi sono regolati dai gestori dell’Area Marina Protetta.
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Si può fare snorkeling
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Vi è un battello con fondo trasparente
L’accesso all’Area Marina Protetta di Gaiola è regolato dai gestori del Parco; per accedere, si deve effettuare una prenotazione.
Vedi sito: https://www.areamarinaprotettagaiola.it/
Tempo per la visita:
Dipende dalle attività che si intende fare.
Per una visita solo esplorativa, sono sufficienti 30 minuti
Come arrivare alla Gaiola
Il sistema più economico è un bus di linea n° 151 da piazza Garibaldi a Vittoria; qui prendere il 140 e scendere discesa Coroglio-Marechiaro, da qui a piedi verso la Gaiola, vi sono circa 1900 metri in discesa, che poi, per il ritorno, si devono fare per una salita abbastanza in pendenza.
Soluzione alternativa è selezionare altri 2 o 3 siti da vedere e noleggiare un auto con conducente (per gruppi di 4-6 persone) che consente un’escursione privata che vi permette di diminuire drasticamente i trasferimenti in bus e ottimizzare la giornata, visitando molti altri siti anche ad una certa distanza da Napoli (Pozzuoli, Bacoli, Posillipo, Monte di Procida, ecc….).
Per tale soluzione, spesso vi sono tariffe promozionali molto vantaggiose (consultare il sito: www.escursionicampania.com)
Storia
Proprio per l’amenità dei luoghi e la bellezza del paesaggio, infatti, a partire da I sec a.C. su questa costa si insediarono suntuose ville dell’aristocrazia romana, la più importante delle quali fu quella del Pausilypon (“luogo dove finiscono i dolori”) che, eretta da Publio Vedio Pollione e divenuta alla sua morte (15 a.C.) villa Imperiale, occupava gran parte della fascia costiera dell’attuale Parco. Resti di ville marittime, maestose cave di tufo, approdi, ninfei e peschiere sono oggi visibili lungo la costa sopra e sotto la superficie del mare, a causa del fenomeno vulcano-tettonico di lento sollevamento e abbassamento della crosta terreste denominato “bradisismo”.
La vita marina ha poi fatto il resto. L’estrema complessità geomorfologica dei fondali e la favorevole circolazione delle correnti marine, ha infatti permesso l’insediamento in pochi ettari di mare di una ricca e variegata comunità biologica che oggi riempie di vita e colori ciò che la storia della terra e quella dell’uomo hanno creato. Così mentre polpi, saraghi, donzelle e nuvole di “guarracini” si aggirano tra gorgonie ed antiche vestigia, una murena resta in agguato proprio tra i mattoni consumati dal tempo di un antico murenario romano...
Il Parco Sommerso di Gaiola oggi è un importante sito di Ricerca, formazione, divulgazione scientifica ed educazione ambientale per la riscoperta e valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale del Golfo di Napoli.
Poche bracciate a nuoto separano gli isolotti di Gaiola dalla terraferma. Ma non è stato sempre così. Con ogni probabilità essi facevano parte di un unico banco tufaceo proteso verso il mare aperto, lungamente apprezzato e sfruttato dagli antichi romani nel loro continuo oscillare tra ricerca della bellezza e pragmatismo, tra ville d’otium e fabbriche.
Attualmente la Gaiola è composta da due isolotti collegati da un arco sottile, che appare agli occhi di chi guarda come la porta più che ideale verso il mare. Insieme al resto degli elementi naturali che la circondando, compone un paesaggio dolce e ammaliante, un’oasi amena lontana e appartata dalla città caotica che brulica a pochi chilometri.
Questo ritaglio di paradiso terrestre che si svela schiettamente ai visitatori è solo il parziale patrimonio del sito. Esso si accoppia a quello sommerso dalle acque e modellato dall’andirivieni delle maree per effetto del fenomeno del bradisismo. La dualità della città di Napoli sulla terraferma, dove tutto ciò che esiste al di sopra del suolo corrisponde al suo doppio nel sottosuolo, si compie anche qui, nel Parco sommerso di Gaiola.
La straordinaria Area Marina Protetta della Gaiola
Grotte, ninfei, resti archeologi e una composizione di flora e fauna ragguardevoli, una moltitudine di specie biologiche e marine popolano l’intera Area Marina Protetta girovagando inconsapevoli per le antiche e nobili vestigia romane.
Data la complessità del sito sono numerose le attività e le visite guidate che vengono proposte. Dagli itinerari sul Battello con fondo trasparente allo snorkeling che vi permette di immergervi direttamente nella piccola Atlantide partenopea, dalle Immersioni subacquee per chi ha il brevetto agli itinerari via terra, fino agli itinerari integrati che sfamano in un solo viaggio la voglia di conoscenza del sopra e del sotto.
E’ possibile visitare anche il centro di Ricerca che insiste sull’area e grazie al quale si è proceduto al recupero del sito e alla sua conseguente valorizzazione e divulgazione. Quello che è certo è che niente di questa meravigliosa area marina e terrestre vi è precluso.
Curiosità: storia, magia…& neapolitan sound
Gli aneddoti sulla Gaiola sono così numerosi che non sarebbe difficile smarrirsi tra una storia e l’altra mentre li si racconta. L’origine stessa del nome non sembra riesca a mettere tutti d’accordo. Gajola deriverebbe dal latino “cavea”, termine con il quale si indicavano cavità, recinti e grotte. Tra l’altro nella sua forma dialettale in “caiola” e poi Gaiola, dovrebbe stare ad indicare le numerose grotte che effettivamente sono visibili in tutta la zona.
Ma Gajola in napoletano significa anche “gabbia”, traduzione che soddisfa chi ritiene di riconoscere nella forma delle strutture poste sul piccolo arcipelago delle gabbie. Infine per “cavea” i latini appellavano la parte del teatro che accoglieva gli spettatori, esattamente come la maestosa cavea da 2000 posti che insisteva nella collina scoscesa sita di fronte all’isolotto e che era di proprietà del patrizio Publio Vedio Pollione (il Pausilypon).
La Gaiola è quanto di più prossimo al Paradiso in terra
I due grossi scogli di Gaiola sono stati teatro, nel corso di secoli, di numerose vicende sfortunate a danno dei proprietari che se li sono passati di mano in mano o dei loro familiari. L’elenco dei morti, dei suicidi, dei disastri finanziari, dei naufragi, è lungo.
Ma oggi scegliamo di parlarvi della storia di Lucietta e del suo fantasma. Durante il secolo scorso era in funzione una teleferica che collegava l’isolotto maggiore alla terraferma. Erano gli anni Venti, il tedesco Hans Braun possedeva l’isola e vi abitava fino al giorno in cui fu trovato avvolto in un tappeto nella sua abitazione trapassato da un proiettile.
Sua moglie, qualche tempo dopo, fu vittima di una altrettanto drammatica morte: cadde in mare per effetto del cedimento del filo della teleferica su cui viaggiava. Annegò nelle acque della Gajola nelle quali vive ancora il suo fantasma. I Posillipini raccontano che nei giorni di tempesta, tra il rumore del mare e la pioggia insistente, si ode forte e chiaro il suo lamento.
Ma lasciate da parte le suggestioni e la jella a cuor leggero. La Gaiola è quanto di più prossimo al Paradiso in terra si possa trovare nel trambusto di città e i napoletani lo sanno bene, è per questo che si riversano da aprile a novembre sulla piccola spiaggetta libera per accaparrarsi un posticino nella lunga estate napoletana. Per chi avesse ancora qualche reticenza ci ha pensato il famoso e ignoto cantante Liberato a spiegare bene il concetto con il suo amatissimo singolo “Gaiola portafortuna” e cioè a ribaltare la tradizione trasformandola in un feticcio portafortuna e traducendo in poche efficaci parole tutto il senso di pacificazione ed estatica malìa che un luogo tanto bello è in grado di infondere, anche nei cuori scugnizzi più irrequieti.
Informazioni e come arrivare al Parco della Gaiola di Napoli
In condizioni normali l’area marina protetta è visitabile la mattina tutti i giorni ad esclusione del lunedì. Per arrivare alla Gaiola ed ai due accessi sul mare è necessario percorrere nella sua interezza Discesa Gaiola (è una strada a traffico limitato, quindi si consiglia di parcheggiare su via Tito Lucrezio Caro). Discesa Gaiola è una strada in discesa di circa 1 km che arriva poi ad una scalinata da percorrere fino alla spiaggia.
Prima della pandemia la spiaggia era liberamente accessibile mentre l’area protetta, quella che ospita le isolette, era ad accesso limitato. Verosimilmente, prima o poi ed in condizioni normali, si ritornerà a queste modalità di visita. Per il momento gli accessi sono regolati dai gestori dell’Area Marina Protetta.



