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Al di sopra delle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa permette di effettuare e vivere un’emozione unica: il Volo dell’Angelo.

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Si tratta di un attrattore, di nuova concezione, che permette una fruizione innovativa del partimonio ambientale rispondendo ad una nuova esigenza e ad un nuovo modo di intendere il tempo libero e lo svago, teso sempre più a vivere nuove esperienze e a cercare nuove emozioni. Un’avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima del territorio.

Legati con tutta sicurezza da un’apposita imbracatura e agganciati ad un cavo d’acciaio il visitatore potrà provare per quale minuto l’ebrezza del volo e si lascerà scivolare in una fantastica avventura, unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l’altezza massima di sorvolo.

Pietrapertosa e Castelmezzano: le due stazioni del Volo

Arrivati in uno dei due splendidi borghi, si avrà la possibilità di girare tra le abitazioni, incastonate tra le rocce, di fare suggestive escursioni storico-naturalistiche, di degustare i prodotti locali ma soprattutto godersi lo splendido panorama circostante da una nuova visuale, insolita e soprattutto ricca di emozione. Quello che si presenterà agli occhi del visitatore, infatti, sarà un panorama che di norma è privilegio delle sole creature alate: uccelli ed angeli.

Giunti nella zona d’arrivo del paese di fronte, gli "angeli" torneranno con i piedi per terra e, liberati dall’imbracatura potranno raggiungere il centro del paese prima e la partenza dell’altra linea poi, grazie ad una navetta. E a quel punto il sogno  ricomincerà sospesi tra cielo e terra.

L’ebrezza del volo si potrà provare su due linee differenti il cui dislivello è rispettivamente di 118 e 130 mt.

La prima, detta di San Martino che parte da Pietrapertosa (quota di partenza 1020 mt) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt) dopo aver percorso 1415 mt raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h.

La linea peschiere, invece, permetterà di lanciarsi da Castelmezzano (quota di partenza 1019 mt) e arrivare a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 mt) toccando i 120 Km/h su una distanza di 1452 metri!.

 

I biglietti (per la stagione maggio/ottobre 2022) si acquistano esclusivamente attraverso il sito: https://www.basilicatanet.com/ita/bis/voucher.asp?sys=volodellangelovoucher

Prezzo volo singolo: 42 euro

Prezzo volo in coppia: 75 euro

Si effettuano due voli, uno in andata e uno in ritorno. Il singolo volo dura circa 2 minuti, però considerando i trasferimenti a piedi fino al punto di partenza, la vestizione e il ritorno, bisogna considerare un tempo di circa 90 minuti

 

Come arrivare a Pietrapertosa e Castelmezzano da Napoli

Consigliamo il noleggio di auto con conducente (per gruppi di 4-6 persone) che consente un’escursione privata e senza vincoli per il rispetto di una tabella di marcia.

Oltre ad effettuare il volo dell’Angelo, potrete ammirare sia Pietrapertosa che Castelmezzano, due affascinanti borghi, posti sulle Piccole Dolomiti Lucane, a 1400 metri di altezza.

 Per tale soluzione, spesso vi sono tariffe promozionali molto vantaggiose (consultare il sito: www.escursionicampania.com)

Pietrapertosa

Pietrapertosa è un comune in provincia di Potenza situato in prossimità delle suggestive vette delle Dolomiti Lucane, fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Pietrapertosa si mostra come un antico borgo che è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale soprattutto nella parte più antica situata alle pendici del Castello che conserva, ancora oggi, l’antico nome saraceno di "Arabat" caratterizzato da strade strette e vicoli ciechi. Le case tipicamente unifamiliari disposte a file dall’alto verso il basso, si adattano all’andamento del terreno, e diventano parte integrante dell’ambiente circostante tanto che spesso la roccia assume la funzione di parete delle abitazioni.

  Visitando Pietrapertosa si ha la sensazione che tutto sia regolato in funzione della roccia, ad esempio le numerose scale, sono l’esemplificazione della simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e la roccia, la manifestazione del vivere il proprio territorio che non può negare la presenza massiccia quasi prorompente della natura, ma deve renderla parte integrante della struttura urbanistica. Pietrapertosa prende il nome dall’antica Petraperciata, cioè "forata" per la presenza di una rupe forata da parte a parte, ed è il comune più alto della Basilicata, con i suoi 1088 m di altitudine, si sviluppa sulle rocce delle Dolomiti Lucane, ben protetta da eventuali incursioni dalla valle. Questo carattere di fortezza naturale e la possibilità di dominare la valle del Basento hanno contribuito a favorire la presenza dell’uomo sin dai tempi più remoti.

Le origini del paese sono incerte anche se le teorie più accreditate attestano una fortificazione, attorno al IV secolo a.C., da parte della tribù Utiana che occupava l’alta e media valle del Basento. Notizie più certe si hanno a partire dal X secolo quando il borgo fortificato fu occupato da una banda di Saraceni guidata dal capo Luca, un greco convertitosi all’Islam che compì numerose scorrerie nei centri limitrofi finchè fu scacciato dall’intervento del Catepano. Il castello fu ampliato successivamente dai Normanni per assicurare una migliore difesa del luogo contro eventuali incursori. La fortezza, a cui si accede da una scalinata situata a ridosso delle ultime case del paese, poggia direttamente sulla roccia e domina sull’abitato di Pietrapertosa. Oggi, dell’antico fortilizio, sono visibili parte delle mura perimetrali, l’arcone d’ingresso costruito con grossi blocchi che formano un arco a tutto sesto, lievemente ribassato, un torrione di avvistamento ed alcuni alloggiamenti incisi nella roccia. Alcuni gradini scavati direttamente sulla parete rocciosa, portano ad un osservatorio con un arco ricavato nell’arenaria. Sembra ormai chiaro che la maggior parte degli interventi di scavo nella roccia viva debbano ascriversi al periodo di costruzione mentre il versante settentrionale del castello presenta elementi architettonici riconducibili al XV e XVI secolo, opera delle dominazioni successive.

Il turista che giunge a Pietrapertosa non può non salire sul Castello altrimenti si perderebbe uno spettacolo suggestivo e di eccezionale bellezza, difficile da descrivere. Lo sguardo può spaziare su monti, boschi, scintillio di torrenti e fiumi, colline, valli, che si alternano e sovrappongono tutto intorno; dalla vetta si vive l’ebbrezza di essere proiettato tra terra e cielo.

Una visita merita la chiesa madre dedicata a San Giacomo Maggiore, di fondazione quattrocentesca su una fabbrica preesistente, di eccezionale valore artistico. L’interno, infatti, custodisce diverse testimonianze dell’arte lucana databili dal XV al XVIII secolo. Di Giovanni Luce sono i due affreschi raffiguranti il “Giudizio Universale” e la “Serie Cristologica“, mentre le due tele con la “Decollazione del Battista” del 1606 e una “Madonna del Carmine con Bambino fra i SS. Giovanni Battista e Francesco”, dello stesso periodo, sono di Pietro Antonio Ferro a cui è attribuita anche la pittura su tavola rappresentante  l’Eterno Benedicente”.

Durante la visita del paese, salendo da via Garibaldi, si impongono all’attenzione del visitatore i numerosi palazzi signorili, il cui prospetto è scandito da portali in pietra decorati con fiori, quadrati, iscrizioni o emblemi, che ricordano nobiltà scomparse, gusto per l’arte e modo di vivere dei secoli passati.

Alla periferia del paese sorge il convento di S. Francesco d’Assisi, fondato nel 1474, ricco di numerose opere d’arte. Il complesso conventuale, risultato dei numerosi rifacimenti effettuati nel corso dei secoli, è organizzato intorno ad un chiostro quadrato. A ridosso del lato occidentale sorge la chiesa a navata unica con copertura lignea a capriate ed un presbiterio a pianta quadrata con soffitto a crociera. Punto focale della chiesa è il Polittico, ubicato sulla parete di fondo, attribuito a Giovanni Luce con l’Eterno, Cristo in Pietà, Annunciazione e Santi e la statua lignea nell’edicola raffigurante la Madonna delle Grazie. Lo stesso autore firma gli affreschi campiti sulle pareti del presbiterio, realizzati nel primo trentennio del XV secolo, che raffigurano il Ciclo cristologico ed episodi della vita di S. Francesco. Nella navata sono presenti altre opere di pregevole manifattura come l’affresco della “Madonna con Bambino tra SS. Pietro e Paolo” firmato da Antonello Palumbo del 1498, l’affresco della “Madonna del Rosario tra i due S. Giovanni” realizzato da Nicola da Novi, ed ancora le tele di un “S. Antonio” del Pietrafesa del 1631, e dell’Immacolata di Francesco Guma del 1628. Al piano superiore vi è la cantorea con il coro ligneo, completamente intagliato del XVI secolo, di eccezionale pregio artistico.

 

Castelmezzano

Castelmezzano è un comune in provincia di Potenza, tra i tesori più belli della Basilicata.

Lo spettacolo più affascinante di Castelmezzano è quello offerto dallo scenario delle Dolomiti Lucane che gli fanno da sfondo.

 Nel tempo la pioggia e il vento hanno scavato in questa roccia arenaria sagome a cui la tradizione popolare ha dato nomi particolari, infatti con particolari condizioni di luce e di ombre assumono la forma di “becco della civetta”, di “bocca di leone”, di “incudine” e di “aquila reale”. L’arrivo nel piccolo borgo è alquanto inusuale perché vi si entra da una galleria scavata nella roccia dopo aver superato una spettacolare gola, all’uscita dalla galleria Castelmezzano appare come un piccolo presepe arroccato e protetto dalle Dolomiti Lucane.

La struttura urbana di Castelmezzano è tipicamente medievale, un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa. Passeggiare per il centro storico è particolarmente suggestivo per la presenza delle costruzioni inserite nella nda roccia, per le numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire alle vette sovrastanti e godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane. Proprio questo rapporto equilibrato del centro abitato con le componenti naturali, rispettando il paesaggio circostante, ha permesso a Castelmezzano di essere definita città-natura ed inserita nel club de I borghi più belli d’Italia.

Cuore della vita cittadina è piazza Caizzo al cui centro si erge la chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo con la sua maestosa facciata in stile romanico, rivestita con pietra locale a faccia vista e scandita da quattro colonne ed un architrave decorato da fiori, leoni e aquile a due teste. Al centro una nicchia ospita l’affresco di San Rocco protettore del paese. L’interno, ad una sola navate e quattro cappelle, custodisce numerose opere di alto valore artistico tra cui la bella statua della Madonna dell’Olmo, scultura lignea di grande qualità databile alla fine del XIII secolo, e ancora la tela della “Sacra Famiglia” firmata da Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, natio dell’odierna Satriano di Lucania, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco le cui numerose opere sono disseminate nelle chiese e nei conventi della regione.

Percorrendo la strada principale del paese, partendo dal palazzo del Municipio, si raggiungono i ruderi del castello, di probabile epoca normanna anche se le notizie sulle origini sono poche ed incerte, oggi sono ancora visibili una parte del muro di cinta, resti di mura rialzati sulla roccia, una cisterna per la raccolta delle acque meteoritiche, e la lunga e ripida scalinata scavata nella roccia che porta ad un probabile posto di vedetta, da dove era possibile sorvegliare la sottostante vallata del fiume Basento.

Non meno notabili sono i palazzi di questo piccolo centro. A cominciare dal Palazzo Ducale appartenuto ai De Lerma, ultimi signori di Castelmezzano, che si trova nelle vicinanze del castello dove aveva dimora la guarnigione del duca. Il palazzo, databile al XVIII secolo, presenta sulla facciata principale un maestoso portale con grosse bugne sovrastato da un grande loggiato. Palazzo Coiro, situato alle spalle della chiesa madre e costruito nel XIX secolo, presenta vari balconi sorretti da mensole e ringhiere in ferro battuto di pregevole fattura, la facciata che si apre sulla strada principale presenta un bel portale in pietra locale.

Fuori dal paese, sentieri, scalinate e ponticelli in pietra permettono di raggiungere la vallata del Caperrino, caratterizzata dalla presenza di resti di antichi mulini costruiti a secco i cui tetti sono realizzati con lastre di pietra locale dette “chiang” nel dialetto locale. Dalla vallata attraversando un ponte in pietra ad arcata unica, forse di epoca romana, è possibile risalire e raggiungere la vicina Pietrapertosa.

Castelmezzano rientra con il suo territorio nell’area del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane che offre oltre alle incontaminate bellezze paesaggistiche, tracce di una storia millenaria per la presenza delle mura megalitiche dell’insediamento lucano di Croccia Cognato del IV sec. a.C. Nel borgo ogni anno a settembre, in occasione delle celebrazioni religiose in onore di S. Antonio, si rivive una delle tradizioni più antiche: la festa del “Maggio”, che rappresenta un inno alla fertilità della terra, attraverso il rituale dell’unione di un tronco di cerro e di una cima di agrifoglio festosamente trasportati dal bosco al paese, il primo trainato da coppie di buoi, la seconda a spalla dai giovani del paese. Il trasporto processionale dei due alberi è sicuramente la fase più spettacolare e coinvolgente che permette alla folla di diventare parte integrante del rito nuziale. La festa termina in paese dove cima e tronco vengono uniti, innalzati e scalati da parte degli abitanti più arditi. Celebrazioni molto simili e con lo stesso significato simbolico si celebrano in altri centri limitrofi, come Accettura, Oliveto Lucano e Pietrapertosa.

 

Parco naturale di Gallipoli Cognato

ll Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane si estende per 27.027 ettari nel territorio dei comuni di Accettura, Calciano, Oliveto Lucano in provincia di Matera, Castelmezzano e Pietrapertosa in provincia di Potenza.

  Il Parco racchiude e protegge un’ampia area situata al centro del territorio della Basilicata che presenta importanti valori naturalistici, storici ed etno-antropologici. Ricca è la presenza dei corsi d’acqua sotto forma di torrenti e sorgenti, di carattere stagionale. Il Parco è un prezioso scrigno della biodiversità in Italia per la ricchezza di specie a volte uniche sia per quanto riguarda la flora che la fauna.

Il parco comprende un’area pic nic.

E’ facile vedere daini in libertà.

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