
Le stradine di Amalfi, le piazzette e gli angoli, aprono prospettive affascinanti e pittoreschi: questo scenario ha incantato generazioni di viaggiatori; le belle case (una sull’altra come in un presepe), il paesaggio romantico, e il dolce clima, si contrappongono alla natura aspra di montagne a picco sul mare.
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La prima cosa è lasciarti prendere dalla magia dei vicoli di Amalfi: qui tra tante botteghe potrai gustare anche il cuoppo di pesce fritto..
Per poter apprezzare Amalfi, si consiglia un tempo di visita di almeno 1 ora.
Cose da vedere:
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Duomo di Amalfi è il monumento sicuramente più rappresentativo, luogo di culto e pilastro del panorama amalfitano.Monumento principe e vanto di Amalfi il duomo, dedicato a Sant' Andrea, ha una facciata a mosaici decorati e si accede attraverso una imponente scalinata.L'entrata alla cattedrale, incastonata nel centro di Amalfi, compresa anche quella al chiostro Paradiso, costituito da un quadri portico con archi intrecciati, costa 3 euro e diciamo che in un' oretta ti è possibile concludere la visita, ovviamente vai anche alla cripta dove sono custodite le reliquie del santo.Uno spettacolo vedere dall'alto della scalinata la piazza sottostante lo è ancora di più di sera quando tutto è illuminato.
Apertura: estate 9-19, inverno(nov-feb) 10-13; 14,30-16,30
Tel: 089 871324
Costo biglietto: 3 euro, per visitare l’intero complesso
Sito: http://museodiocesanoamalfi.it/app/it/home-italian/
Tempo per la visita: 20 minuti
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Fontana di Cap' 'e Ciuccio (testa d'asino), sita poco prima della distrutta Porta dell'Ospedale, limite a nord del paesino. Deve il proprio nome alla tradizione degli abbeveraggi degli asini che scendevano dalla Valle delle Ferriere, da dove proveniva e proviene l'acqua, carichi di frutta, ortaggi e legname. Il presepe vi fu inserito nel 1974 ed è composto di pietre calcaree e tufacee della Valle dei Mulini, oltre che dalle statuine rappresentanti i personaggi tipici del presepe, immerse in gran parte nell'acqua. Tempo per la visita: 10 minuti (è sulla strada e si può vedere mentre si passeggia)
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Museo della carta e Cartiera Amatruda
Le cartiere furono introdotte nel territorio di Amalfi nel corso del XIII secolo. Vi fu, infatti, una graduale trasformazione dei mulini ad acqua: nella prima fase diventarono mulini, che prevedevano la follatura dei vestiti usando mauls in legno, e poi in una seconda fase diventarono cartiere, come confermato da un documento del 1380, in cui è possibile leggere “in quo predicto molendino facta est balkeria ad faciendum cartas bombicinas”.Verso la fine del XVIII secolo F. Sacco nel suo Dizionario annovera sedici cartiere ad Amalfi ed il Galanti nelle sue Relazioni al Re ne conta tredici, reputandole tra le migliori del Regno; Franca Assante nel saggio La Ricchezza di Amalfi nel Settecento sottolinea come essa sia rappresentata da …negozianti, molinari, ma soprattutto padroni di cartiera, i cui nomi sono noti : Amatruda, Bonito, Cimino, Lucibello, Taiano, Torre. Gli opifici furono impiantati lungo la “Valle dei Mulini” per la presenza di abbondante acqua. Questo e un facile accesso al tessuto, grazie alla fiorente attività commerciale dell’epoca, fece di Amalfi uno dei più importanti produttori di carta. Dal XV secolo la necessità di documenti pubblici e privati aumentò e ciò determinò l’installazione di nuovi mulini. Il numero dei mulini crebbe, come affermava don Giuseppe Imperato, quando divenne obbligatorio per le parrocchie trascrivere battesimi, cresime, matrimoni e morti. L’attività della cartiera ha continuato a prosperare anche dopo il declino politico della città, soprattutto a causa dell’alta qualità della carta prodotta e i produttori locali erano così ricchi e potenti che hanno fondato la “Congrega dei Cartari”che si riuniva nella Chiesa dello Spirito Santo sulla linea di spartizione tra la città di Amalfi e Amalfi fore porta, la quale ultima coincideva con Valle dei Mulini, cioè con l’area produttiva.
Museo della carta
Apertura: dalle ore 10 al tramonto, nov e dic chiuso il lunedi
Tel: 089 8304561
Costo biglietto 4,5 euro (7 euro con la prova di fare la carta)
Tempo per la visita: 20 minuti
Sito: https://www.museodellacarta.it/
Cartiera Amatruda
Apertura: da lun a ven 8-12,30; 15-17,15
Tel: 089 871315 Whatsapp: +39 3345803828
Sito: https://www.amatruda.it
Come arrivare ad Amalfi da Napoli
Il sistema più economico è:
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Treno da Napoli a Sorrento (tempo del percorso 1 ora e 15 minuti)
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Da Sorrento a Amalfi, con autobus Sita (tempo del percorso 1 ora e 40 minuti)
Considerando i tempi di attesa, il tempo di viaggio di andata e ritorno durerebbe da 7 a 8 ore.
Seconda soluzione è noleggiare un’auto e andarci ascoltando i suggerimenti del navigatore, per le strade da percorrere.
Terza soluzione è partecipare alle gite organizzate su bus (circa 60-70 persone) che, durando 8-9 ore, permettono di vedere Ravello, Positano e Amalfi (costo circa 75-90 euro a persona). Questa soluzione, nelle 8 ore totali previste, permette soste troppo brevi nelle tre mete fantastiche.
Quarta soluzione, (di gran lunga consigliabile) è il noleggio di auto con conducente (per gruppi di 4-6 persone) che consente un’escursione privata (per Ravello, Amalfi e Positano) e senza vincoli per il rispetto di una tabella di marcia. Per tale soluzione, spesso vi sono tariffe promozionali molto vantaggiose (consultare il sito: www.escursionicampania.com)
Storia
Amalfi, fiorente repubblica marinara in epoca alto-medievale, assieme a Genova, Pisa e Venezia, è altresì nota per aver dato il nome alle Tavole amalfitane, un codice marittimo adoperato in tutta l'area mediterranea dal XII al XVI secolo.
Il suo nome è di sicura origine romana ma con due ipotesi: a) derivazione da Melfi, città lucana, i cui transfughi giunsero sulla costiera fondando la città; b) derivazione dalla gens romana Amarfia (I secolo d.C.).
Amalfi da il nome alla Costiera amalfitana, dichiarata, nel 1997 dall'UNESCO, patrimonio mondiale dell'umanità.
La sua fondazione viene ricondotta ai Romani (il suo stemma reca la scritta Descendit ex patribus romanorum), anche se per il toponomastico Giovanni Alessio potrebbe essere ancora anteriore, risalendo ai navigatori egei in epoca precedente alla Magna Grecia. A partire dal IX secolo Amalfi divenne la prima repubblica marinara italiana, grazie alla sua posizione inaccessibile sulla scogliera amalfitana, ed entrò in competizione con Pisa, Venezia e Genova.
Il Codice Marittimo di Amalfi, meglio noto col nome di Tavole amalfitane, ebbe una grande influenza fino al XVII secolo.
Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell'XI secolo, dopodiché iniziò una rapida decadenza. Nel 1131, quando il suo dominio comprendeva, tra l'altro, i territori e castelli di Guallo, Trivento, Capri, Ravello, Scala, Fratta, Gerula e Pogerula (Alessandro di Telese, De rebus gestis Rogerii Siciliae regis. L. II, capp. VIII-XI), fu conquistata dai Normanni di Ruggiero II d'Altavilla re di Sicilia. Nel 1135 e nel 1137 fu saccheggiata dai pisani e nel 1343 una tempesta, conseguenza del maremoto causato nel Mediterraneo meridionale dallo Stromboli, che viene riferito anche dal Petrarca in una lettera da Napoli, distrusse gran parte della città.
Per tradizione, ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, sfidando gli armi delle città di Genova, Pisa e Venezia.
Per un errore di interpretazione di un testo latino, che riferiva invece che l'invenzione della bussola era attribuita dallo storico Flavio Biondo agli Amalfitani, il filologo Giambattista Pio sostenne che la bussola fosse stata inventata dall'amalfitano Flavio Gioia. Nel testo in questione (Amalphi in Campania veteri magnetis usus inventus a Flavio traditur), tuttavia, non bisogna intendere Flavio come l'inventore della bussola, ma solo come colui che ha riportato la notizia: appunto Flavio Biondo. Tuttavia i navigatori amalfitani potrebbero essere stati tra i primi ad usare quello strumento. "Un'antica tradizione amalfitana si riferisce, invece, ad un certo Giovanni Gioia quale inventore dello strumento marinaro".
Particolarmente fiorente nella storia della città, e viva in due cartiere residue sulle molte presenti ed ormai in rovina, è l'industria cartaria, legata alla produzione della pregiata carta di Amalfi. In città infatti è possibile visitare il Museo della Carta di Amalfi.